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Notizie
28.10.2019
A cosa pensi se dico “inquinamento dell’aria”?

Se ti dico “inquinamento dell’aria” pensi immediatamente al traffico automobilistico, alle emissioni industriali, vero? Ed è corretto: l’immagine che viene subito alla mente è quella di cieli grigi e nuvole di smog sopra i tetti di case e palazzi.

Ma quell’aria inquinata è la stessa che inevitabilmente finisce nelle case, negli uffici, nei luoghi di lavoro e di svago all’interno di edifici e che, altrettanto inevitabilmente, respiriamo ogni giorno.

Aggiungiamo un dato: ognuno di noi, mediamente, trascorre tra l’80 e il 90% [1] del proprio tempo in edifici chiusi – appartamenti, uffici, scuole, cinema, centri commerciali, ecc. La nostra e quella dei nostri figli sono “indoor generation” [2], come qualcuno le ha definite.

Ancora un dato, piuttosto intuitivo: la concentrazione di determinati inquinanti è da 2 a 5 volte superiore negli edifici chiusi rispetto a quella misurabile all’aperto – logico: aggiungiamo all’aria già inquinata che entra dalle finestre altri elementi dannosi – in casa i fumi della cucina e gli agenti chimici dei prodotti per la pulizia, in ufficio la polvere di stampanti e fotocopiatrici, per stare su esempi semplici.

Bastano questi pochi elementi – dettati da analisi statistiche così come più semplicemente dalla nostra esperienza quotidiana – per comprendere come gli edifici siano il “campo di battaglia” dove si combatte la guerra per una salute migliore.

È per questa ragione che il concetto di IAQ – Indoor Air Quality – e le soluzioni che cercano di migliorarla sono fondamentali nella nostra società. Perché, sintetizzando all’estremo: passiamo buona parte della nostra vita dentro ambienti pieni di aria inquinata. E ci preoccupiamo di quanto sia grigio il cielo sopra la Val Padana, con tanto di terribili cartine, ma pensiamo poco a quanto sia inquinata l’aria dentro il nostro appartamento.