Free cookie consent management tool by TermsFeed Policy Generator
Notizie
06.02.2018
Mal’Aria: la qualità dell’aria in Italia (Legambiente)

Nel 2017 in 39 capoluoghi di provincia italiani è stato superato, almeno in una stazione ufficiale di monitoraggio della Qualità dell’Aria di tipo urbano, il limite annuale per le polveri sottili di 35 giorni con una media giornaliera superiore a 50 microgrammi/m³.

In 5 capoluoghi si sono superati addirittura i 100 giorni nell’annoPM10 EU_2015 (Torino “Grassi” 112, Cremona “Fatebenefratelli” 105, Alessandria “D’Annunzio” 103, Padova “Mandria” 102 e Pavia “Minerva” 101). Asti (Baussano) con 98 e Milano (Senato) con le sue 97 giornate oltre il limite ci sono andate molto vicino. Seguono, Venezia (Tagliamento) 94, Frosinone (Scalo) 93, Lodi (Vignati) 90 e Vicenza (Italia) 90.

Delle 39 città fuorilegge nel 2017, ben 31 risultano tali anche nella speciale classifica di Legambiente Pm10 ti tengo d’occhio degli ultimi 3 anni, a conferma che la soluzione al problema cronico della Qualità dell’Aria e dell’inquinamento nel nostro Paese è ben lontano dall’essere trovata. Situazione allarmante e diffusa specialmente nelle zone della pianura padana: 31 dei 36 capoluoghi di provincia totali presenti nelle quattro regioni del nord (Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna), hanno sforato il limite annuo.

Legambiente riporta inoltre anche la classifica dei superamenti di Ozono dell’anno appena concluso, il 2017. L’importanza di questo inquinante secondario, ovvero che si forma a partire dalla presenza di alcuni inquinanti primari a seguito di reazioni fotochimiche, viene spesso sottovalutata, nonostante le stime dell’Agenzia Ambientale Europea (EEA) riportino 13.600 morti premature riconducibili all’ozono in Europa nel 2015, di cui 2.900 solo in Italia. Sono 44 le città che hanno registrato il superamento del limite di 25 giorni nell’anno solare: guida la classifica dell’ozono Catanzaro con ben 111 superamenti, seguita da Varese (82), Bergamo (80), Lecco (78), Monza (78) e Mantova (77). Queste le sei prime città che hanno superato più del triplo delle volte il limite dei 25 giorni annui concessi.

Cosa vogliono dire tutti i numeri visti fino ad ora?

Andando a confrontare la Qualità dell’Aria delle città che hanno superato i limiti rispettivamente per le polveri sottili e per l’ozono troposferico nel 2017, sono 31 quelle che risultano fuori legge per entrambi gli inquinanti. Sommando i giorni di mal’aria respirata dai cittadini nel corso dell’anno solare, la speciale classifica che esce fuori vede la città di Cremona prima in questa drammatica lista con ben 178 giorni di inquinamento rilevato (105 per le polveri sottili e 73 per l’ozono); Pavia 167, Lodi, Mantova e Monza seguono a pari giornate con 164 giorni di inquinamento totale, Asti 162, Milano 161 e Alessandria 160 si trovano subito dopo. Delle 31 città con un inquinamento praticamente costante tutto l’anno, 28 superano i 100 giorni, e 16 superano addirittura i 150 giorni nel 2017.

Sono le città dell’area padana a riempire la classifica con l’aggiunta di Frosinone e Terni. La popolazione residente in questi capoluoghi ammonta a circa 7 milioni di abitanti che, in pratica, hanno respirato polveri e gas tossici e nocivi circa un giorno su due nel peggiore dei casi (Cremona), al massimo uno su quattro nel caso di Biella che chiude la classifica con 87 giornate. Numeri che si traducono in problemi di salute, costi per il sistema sanitario e impatti rilevanti sugli ecosistemi.

Numeri che, se venissero presi in considerazione i limiti suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per la stessa tipologia di inquinanti, aumenterebbero notevolmente. La percentuale di popolazione residente nei centri urbani esposta a livelli eccessivi di polveri sottili salirebbe dall’attuale 16% – 20% (con gli attuali limiti normativi in vigore) al 50% – 62% con i limiti suggeriti dall’OMS. Prendendo in considerazione il PM2,5 la percentuale salirebbe dall’attuale 6-8% addirittura all’82-85%. Per l’ozono troposferico dall’attuale range del 7 – 30% al 95 – 98%.

In Italia i costi collegati alla salute derivanti dalla bassa Qualità dell’Aria e dell’inquinamento si stimano fra i 47 e i 142 miliardi di euro (stima al 2010). Dati che descrivono ancor di più l’urgenza di politiche concrete di miglioramento della Qualità dell’Aria.

Siamo il paese in cui si vendono più auto diesel (56% del venduto tra gennaio e ottobre 2017 contro una media europea del 45%), e dove circolano auto e soprattutto camion tra i più vecchi d’Europa (quasi 20 anni di età media). Non a caso l’ultima procedura d’infrazione per cui l’Italia è stata convocata in Commissione europea riguarda gli alti livelli di NOx, di cui i motori diesel sono i principali emettitori. Nel nostro inoltre Paese si registra la maggior incidenza di morti premature a causa dell’inquinamento atmosferico (oltre 60milaall’anno secondo i dati pubblicati a fine 2017 dall’Agenzia Ambientale Europea) e si registrano ripetuti sforamenti dei livelli massimi consentiti di PM10.

Oggi il 92% degli italiani intervistati si dichiara preoccupato (il 33% molto preoccupato) per la Qualità dell’Aria nelle città italiane (era 72% a novembre dello scorso anno) come rilevato dal sondaggio realizzato da Lorien Consulting per il Forum QualeMobilità? dello scorso 30 novembre, promosso da Legambiente e Kyoto club.